TOUR ARCHEOLOGICO NEL DELTA DEL PO
Il Delta del Po è un territorio in continua evoluzione unico nella penisola, da sempre in via di trasformazione a seguito di fenomeni naturali anche violenti come le rotte che spesso seguivano le piene, ma anche in esito ad alcuni sostanziali interventi umani, come il Taglio di Porto Viro realizzato dai Veneziani tra il 1600 e il 1604 e le grandi azioni di bonifica messe in atto a partire dal 1872.
La linea di costa, intorno al X secolo a C correva quasi rettilinea e il fiume sfociava in mare principalmente da due rami, il Po di Adria e il Po di Spina. Tra il VI e IV secolo a C il Po di Adria sviluppa una diramazione verso nord est fino a confondersi con la foce dell’Adige e progressivamente tende ad interrarsi. Il Po di Spina invece si divide in due rami, uno dei quali è l’attuale Po di Volano che in età bassomedievale era già avanzato di oltre sette chilometri verso il mare. Modifiche successive portano a ulteriori ramificazioni con una graduale estinzione dei rami meridionali, fino al momento in cui, per scongiurare l’insabbiamento delle bocche della laguna veneta, si decide di aprire un nuovo canale all’altezza di Ca’ Zen interrando così la sacca di Goro. Nel periodo successivo vengono progressivamente occlusi tutti i rami che puntano a nord e il Delta si ingrandisce in maniera molto rapida con un apporto sempre più consistente di depositi alluvionali fino a raggiungere il suo aspetto attuale.
Una idonea condizione geografica, alla foce dell’unico grande fiume della penisola in un’area deltizia lagunare in cui era facile organizzare importanti scali commerciali al riparo dagli incerti dell’affaccio diretto sul mare aperto, ha favorito nei secoli la nascita di centri molto importanti come Spina, Adria, Ravenna con il porto di Classe e più tardi Comacchio e altri insediamenti medievali.
I ripetuti apporti di potenti strati alluvionali e le continue modifiche alla linea di costa sono stati invece fattori determinanti nel seppellire rapidamente tutti gli abitati che via via venivano abbandonati, spesso in seguito ad alluvioni o dissesti idrografici, nascondendoli sotto molti metri di terra e fango e cancellandone la memoria fino alla scoperta per lo più fortuita molti secoli più tardi.
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